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| Per il sociologo Sabino Acquaviva, “la mancia è espressione di una società fatta di classi subalterne e servili. Oggi anche i camerieri hanno una loro dignità e vengono vissuti con la stesso atteggiamento dai clienti. Il rapporto culturale tra camerieri e clienti è cambiato radicalmente, soprattutto sul piano psicologico. Una volta era quasi obbligatorio lasciare la mancia, mentre le nuove generazioni rifiutano questo gesto che rimanda a un rapporto tra padrone e dipendente”. Per il critico d'arte ed esperto di bon ton Angelo Bucarelli, non è il gesto in sé a essere sintomo di dominio ma la sua sproporzione: “La teoria – ha spiegato - dice che lasciare la mancia non è chic né elegante. D'altra parte però, se misurata e affettuosa, è anche un riconoscimento al merito: in quel caso diventa un gesto elegante che, se fatto con carineria, è sempre benevolo e gradito. Se è eccessivo e diventa simbolo di padronanza allora è segno di maleducazione”.
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