IL GIUSTO EQUILIBRIO PER STARE BENE

« Older   Newer »
  Share  
vivox_lei
view post Posted on 24/2/2009, 21:24     +1   -1




di Luigi Mastronardi
La psicologia applicata allo stare meglio

Molte persone che sentono vivi in loro valori di civiltà ed umanità spesso non sanno come trattare la propria inquietudine, agitazione,
ostilità che si presenta quando vivono situazioni di conflitto, soprattutto
nei gruppi di cui fanno parte. Molti non si permettono di vivere nemmeno il nervosismo rendendosi apparentemente calmi, pur essendo profondamente aggressivi. Che relazione c’è tra l’ attivazione per un cambiamento personale e/o sociale, e la di mancanza di forze, la rassegnazione e l’ impotenza? Inoltre, che relazione c’è fra la dimensione etica, quella istintuale e la gestione della realtà? Il principio o la paura
di agire la nostra distruttività ci spinge a trattenerci, ma spesso ne conseguono anche un blocco della nostra vitalità ed una riduzione
dell’ energia. In tal modo, può presentarsi, o via via acutizzarsi, una sintomatologia
che interessa problematiche psicologiche quali, disturbi dell’umore, dell’ansia, sindromi non confortate da valori diagnostici clinici fuori dallo standard, disturbi del comportamento alimentare…e spesso la persona che ne soffre, e con lei la famiglia, si trova in forte difficoltà a capire cosa è meglio fare. E’ bene precisare che può essere utile un massaggio rilassante o qualche altra tecnica (solitamente svolta nei centri di benessere o presso centri estetici) ma solo se non vi sono sofferenze psicologiche.
La psicologia insegna che “cogliere il senso” sta ad un livello più elevato del “dare senso”. Spetta agli psicoterapeuti, dunque, portare il paziente a cogliere la propria esistenza nella sua peculiarità e nella sua unicità, attivando la personali capacità di trovare un senso autonomamente.
Quando iniziai il lavoro di psicologo, il mio intento era quello di potermi rendere utile agli altri anche con le sole armi dello studio, della filosofia della vita, dell’approfondimento del destino di ogni singolo individuo alle prese con situazioni eternamente mutevoli ma immodificabili.
“Chi vuole conoscere il futuro, studi il passato”, in altre parole tutto quello che è stato, nella storia delle generazioni come in quella quotidiana delle persone, si ripeterà per cui è utile studiarne le profonde connessioni e i rispettivi meccanismi, per prevederli,
per evitarli, o più intelligentemente per servirsene. E proprio a tale scopo è raccomandabile raccogliere tutte le energie per far funzionare al meglio quello che siamo ( il nostro presente ), quello che siamo stati ( il nostro vissuto ) e quello che saremo ( aspirazioni,
progetti, sogni ).
In base a quanto detto, ognuno di noi dovrebbe auspicare alla felicità, all’amore, al piacere, ad una vita agiata e serena in armonia con se stessi e con gli altri; insomma, ciò cui ognuno di noi aspira è uno standard di vita soddisfacente che permetta di essere appagati
nei bisogni e desideri più intimi. Proprio in quanto non c’è niente di più giusto dell’avere queste aspirazioni, e del tendere allo “star bene” è mia opinione che la Psicologia del Benessere rappresenti quella branca della psicologia pienamente consonante
alla realizzazione di tali desideri.
Essa, seppur possa apparire come una ricerca utopica, si contraddistingue per il suo scopo fiducioso nel potenziale umano: propone,
infatti, un percorso all’apparenza complesso, ma in realtà alla portata di tutti che comporta, ovviamente, in primo luogo una spinta motivazionale unita ad una certa disponibilità a disciplinarsi.
In linea con quanto detto, partendo dal presupposto che l’uomo capace di imparare non solo in base a prove ed errori, ma in grado di arricchirsi anche delle esperienze e conoscenze sviluppate da altri, basta acquistare la giusta saggezza per poter sviluppare proficuamente
le nostre capacità, in modo da creare una realtà collettiva ed una pratica personale sintonica allo star bene. La psicologia del benessere si configura, quindi, come un’innovazione nel campo della scienza della psiche; fa riferimento alle scoperte più profonde e confermate della psicologia e si avvale dei contributi di altri campi di studio quali quelli
medici, filosofici e spirituali. Supera, infatti, gran parte della rigidità concettuale e metodologica delle discipline
scientifiche giacchè adotta una visione olistica dell’uomo e del mondo.
Si rivolge, quindi, ad un uomo che capisca i cambiamenti naturali, rispettandone ed ammirandone la ciclicità; un uomo che riesca, nonostante tutto ad affascinarsi semplicemente con un tramonto e sappia cogliere
e gustare l’essenza delle cose.
La mia fiducia mi permette, inoltre, di proporre un aiuto psichico a quelli che provano, loro malgrado, una “certa difficoltà” o che non riescano a vedere il futuro con occhi più speranzosi, offrendo un contributo all’acquisizione di una maggiore leggerezza interiore, affinchè sia possibile vivere al meglio la propria vita.
Concludendo, la Psicologia del Benessere propone che, così come la natura e la vita stessa ad ogni istante si trasformino senza perdere la loro essenza, anche l’uomo possa rinnovarsi; perciò, insisto, essa tende alla realizzazione di un uomo libero, sia dagli stereotipi che dalle predeterminazioni, stimolando le persone alla ricerca del significato personale da attribuire al proprio miglioramento.

ciao
vivo
 
Top
0 replies since 24/2/2009, 21:24   54 views
  Share