6 segreti per stare bene con gli altri

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vivox_lei
view post Posted on 7/10/2008, 19:43     +1   -1




Il benessere relazionale che fa stare bene noi e il nostro interlocutore.


Ogni relazione che abbiamo con gli altri rivela le nostre motivazioni, i nostri sentimenti ed emozioni. E ci offre anche la possibilità di evolverci e di esprimere la parte migliore di noi: la più autentica e quella a noi più congeniale.

Quando riusciamo ad affermarci senza essere aggressivi, ad ascoltare senza giudicare, a essere empatici, rafforziamo la stima che abbiamo di noi stessi e, allo stesso tempo, diamo al nostro interlocutore la possibilità di esprimere, a sua volta, il meglio di sé.

Si crea così un «benessere relazionale» di cui siamo i primi a trarre vantaggio. Per potere esprimere la parte migliore di noi stessi dobbiamo però prima individuare i meccanismi di difesa che troppo spesso soffocano e inquinano le nostre relazioni. Un percorso che può realizzarsi attraverso sei nuovi modi di essere.

Eccoli...

1. Individuate il ruolo in cui vi rinchiudete
Vi offrite sempre volontari per rendervi utili? Siete regolarmente in conflitto con il prossimo? Vi sentite abbandonati? Per proteggersi, farsi accettare o amare, a volte ci si rinchiude in un ruolo prestabilito. Ma per esprimere il meglio di sé è fondamentale esplorare senza censure le diverse sfaccettature della propria personalità. Per identificare il vostro ruolo dominante, immaginate che ogni vostra relazione affettiva, sociale o familiare, sia un film. Quale personaggio interpretate in modo ricorrente? Interrogatevi su vantaggi e svantaggi del ruolo, e pensate come soddisfare le vostre aspettative e i desideri più profondi uscendo dal “ personaggio” abituale.

2. Rovesciate le vostre proiezioni
Il vostro capo è un tiranno, il vostro coniuge non è generoso, il vostro collega vorrebbe soffiarvi il posto… Finché penserete “L’inferno sono gli altri” non potrete mai avere relazioni autentiche. Accettare la propria parte di responsabilità in una relazione difficile o scomoda è il primo passo per una migliore conoscenza di sé e perché questo rapporto possa cambiare, naturalmente in meglio. Cominciate con il fare una lista delle prove concrete di ciò che lamentate, poi ritorcete l’accusa contro voi stessi: che cosa non mi piace vedere in me e che proietto sull’a ltro? La mia invidia, il mio autoritarismo, la mia aggressività? Cercate poi di mettere a fuoco la vostra parte di responsabilità: il comportamento di questa persona non è forse una risposta alla mia aggressività? Sono stato sufficientemente aperto e simpatico? Le mie esigenze non sono forse eccessive?

3. Coltivate l’empatia
Essere empatici significa sapersi mettere al posto dell’altro per capire il suo punto di vista, le sue motivazioni ed emozioni. Solo questo atteggiamento di profonda comprensione ci impedisce di dare giudizi avventati, che rivelano la parte più meschina e meno generosa di noi. Questa pratica ci rende migliori perché sviluppa in noi il senso delle sfumature, affina la sensibilità, apre la mente. Prima di discutere, o di contestare il punto di vista del vostro interlocutore, adottate momentaneamente il suo ragionamento, cercate di provare le sue emozioni, di percepire le sue motivazioni profonde con la testa e con il cuore. Con il passare del tempo, vi scoprirete più flessibili e accondiscendenti.

4. Esercitatevi ad agire invece che a reagire
Una proposta vi entusiasma, un interlocutore vi aggredisce, l’auto va in panne… La reazione è sempre una risposta impulsiva e immediata provocata da uno stato emotivo alterato. E, in quanto tale, darà spesso origine a malintesi, risentimenti o conflitti. L’azione, al contrario, parte da una valutazione “a freddo” dei bisogni più profondi e vi consente di soddisfarli in modo giusto e adeguato. Per non perdere il controllo e poter interagire con l’emozione, qualunque essa sia, prendetevi una pausa. Imparate a dire “no”, a sospendere una discussione troppo concitata, a non rispondere alle provocazioni, accordatevi il tempo necessario per accettare o declinare una proposta, ascoltate il vostro interlocutore senza interromperlo.

5. Praticate l’arte della critica
Troppo spesso la paura di dispiacere o di creare delle tensioni ci impedisce di parlare delle cose che ci infastidiscono, ci indispettiscono, ci traumatizzano o ci deludono. Una critica costruttiva, al contrario, è la dimostrazione che esistono disponibilità e generosità all’i nterno della relazione. È l’espressione dell’interesse che nutriamo nei confronti dell’altro: se oso dirti quello che in te mi infastidisce o mi dispiace, vuol dire che tu conti per me.

6. Accordate fiducia
Vi piacerebbe accordare la vostra fiducia, ma il timore di essere traditi o ingannati frena tutti i vostri slanci. Alcune esperienze negative, o forse perché siete per natura ansiogeni, hanno rafforzato la vostra diffidenza e vi dissuadono dal correre nuovi rischi. In realtà, non accordare fiducia significa sprecare molte energie, vivere in una tensione fisica costante e avere una visione del mondo negativa, che col tempo si riveleranno quasi certamente distruttive e destabilizzanti. Per neutralizzare la vostra diffidenza sforzatevi di accordare agli altri il massimo della fiducia di cui siete capaci e di considerare tutti i vostri interlocutori affidabili, fino a prova contraria.

(www.psychologies.it)


ciao
vivo
 
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