| Che significa "essere consapevoli"? Voglio spiegarmi con un esempio. Un grande industriale dedica la sua vita al lavoro. Il suo obiettivo è la massimizzazione del profitto. Raggiunge il suo obiettivo. Un giorno si trova inaspettatamente ad avere 30 giorni di ferie. Si alza la mattina beve il caffè, si rade, si veste prende la macchina e si sente assalito da un bisogno impellente di "fare" qualcosa. Sente nostalgia del lavoro, del suo ufficio, le telefonate, la conclusione di un contratto…non riesce a stare fermo. Si accorge in sintesi che quel qualcosa per cui ha sempre vissuto e cioè l’agognato riposo dove poter godere del frutto del suo lavoro, una volta raggiunto ha un sapore amaro, di un qualcosa a cui non si era preparati. Gli antichi latini consideravano l’otium come un periodo determinante per la formazione della propria personalità. Fermarsi per leggere, ascoltare la musica, passeggiare, ammirare un quadro erano per loro gesti sacrosanti come per noi "la sveglia alle 7.00" di mattina. Oggi siamo ancora capaci di "oziare positivamente"? Non stare tutto il giorno a letto, bensì svolgere attività di contemplazione e creatività? Desideriamo veramente dire basta al can-can quotidiano? Credo che non dipenda più dalla nostra volontà saper dire basta. L’abitudine di correre ha generato una vera e propria mentalità, una convinzione radicata che ci dice che "stare fermi è peccato"…. "il tempo è danaro". Forse siamo destinati a perdere ciò per cui abbiamo lavorato tanto: godersi il frutto del proprio lavoro. Attenzione: dobbiamo fare i giusti conti tra il tempo che ci rimane da vivere e "il materiale" di cui possiamo godere. Esempio: una persona che ha beni immobili per milioni di euro possiamo dire che se li gode? Che significa godere di una cosa? Significa abitarla, curarla, instaurarci un rapporto diretto, personale e quotidiano in modo tale che quella determinata cosa sia un riflesso della propria personalità. Esistono infatti legami positivi non solo con le persone ma anche con le cose o con l’ambiente in cui si vive. L’incremento del possesso non permette questo rapporto diretto, quotidiano e personale. Se ho case per centinaia di metri quadrati come posso "vivere" i miei possedimenti? Avrò tempo a sufficienza per goderne? Ecco quindi la risposta alla domanda iniziale: cosa significa "essere consapevoli?" La consapevolezza è la capacità di guardarsi allo specchio; ma non alla maniera di Narciso che s’illudeva di realizzarsi contemplando e beandosi del riflesso della sua immagine. Sapere chi sono, quali sono i miei legami fondamentali, quali le mie radici, percepire le persone e le cose come parte integrante di me o come espressione della mia persona. Essere capaci di costruire relazioni autentiche; essere presente nel momento presente. Sapere che giorno è, l’ora, il luogo dove ci si trova, la materia che ti circonda, i volti che ti guardano, le sensazioni che pulsano. Concentrarsi su se stessi, sapersi ascoltare. Questi doveri nei confronti di se stessi sono condizioni necessarie e sufficienti per sapersi relazionare con gli altri. Come poter dare energia, vita e amore agli altri se prima non si è stati capaci a dare vita, energia, amore a se stessi e ai propri familiari più intimi. Ma i primi siamo noi a noi stessi!!!! Quanto debito abbiamo contratto nei confronti del nostro io più profondo? Dopo avere dato le nostre energie al lavoro, al datore di lavoro, alla considerazione che la gente deve avere di noi, alle aspettative degli amici dei genitori, dei figli e dei parenti…quanto tempo rimane per dare a noi stessi i nostri desideri più profondi? Perché questa paura di tagliare i legacci che ci tengono legati al "si deve perché si deve", al "si deve perché così tutti fanno", o "lo faccio perché altrimenti non saprei cosa fare?". Iniziare a spezzare il mortale incantesimo è facilissimo se siamo disposti ad essere molto creativi. Un imprenditore, un datore di lavoro o un semplice professionista e capo di una famiglia vada oggi stesso domani al massimo, dopodomani è già troppo tardi sul suo posto di lavoro, annunci con forza che oggi non si lavorerà. Faccia mettere i propri dipendenti o familiari intorno a una tavola imbandita, un buffet, dove ciascuno possa prendere liberamente, chiami un bravo suonatore di chitarra e di violino ( musica bella), inviti tutti a mangiare e poi ad ascoltare la musica; alla fine con un guida pagata fatevi un bel giro per visitare per bene le bellezze della propria città ( conosco dei romani che non hanno mai visitato la Cappella Sistina o dei Milanesi che non hanno mai visitato il Duomo). Poi fateli tornare a casa, il pomeriggio non si lavora; ordinate ai vostri dipendenti di fare lo stesso con la propria famiglia… e poi datevi appuntamento al giorno dopo…. Regalatevi del tempo per vivere, impossessiamoci nuovamente di ciò che LA VITA ci ha dato gratuitamente: IL TEMPO. Cambiamo pagina, perché la salvezza è dietro l’angolo.
Triveneto Expo – Economia e cultura Idee e proposte: relazione n.11 settembre 2003 Gianluca De Gennaro
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