Posts written by *dafne*

view post Posted: 21/10/2010, 15:45     MASCHERA ALL’ALBUME - Bellezza-viso e corpo
Questa non la farò mai!Non sopporto proprio l'odore dell'uovo :sick:
view post Posted: 21/10/2010, 15:44     Infuso digestivo al peperoncino - Infusi e tisane
Lo proverò sicuramente,in questo periodo non digerisco niente e nessuno uahahhauuhaua
view post Posted: 19/10/2010, 14:37     Per gli amanti dei gatti... - Fotografia
Che belli!!!Oggi sono andata dal vet. per i vaccini al cane,e c'era un micione rosso a pelo lungo spettacolare!
view post Posted: 18/10/2010, 14:11     Lettera di dimissioni della Busi. - Informazione
versione integrale pubblicata dall'Ansa, indirizzata al direttore
Augusto Minzolini e al Cdr, e per conoscenza al direttore generale della Rai
Mauro Masi, al presidente dell'azienda Paolo Garimberti e al responsabile
delle Risorse umane Luciano Flussi.

Una scelta difficile ma obbligata

Maria Luisa Busi lascia il TG1: "Oggi l'informazione del TG1 è
un'informazione parziale e di parte"

"Caro direttore - scrive la Busi - ti chiedo di essere sollevata dalla
mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi
determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito
senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me -
prosegue - una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale
che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del
quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di
credibilità nei confronti dei telespettatori.

Come ha detto - osserva la giornalista - il presidente della Commissione di
Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'la più grande testata italiana, rinunciando
alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua
identità, parte dell'ascolto tradizionale´.
Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perchè è un grande giornale. È
stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il
giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era
questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei
colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che
sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il
Paese. Il giornale degli italiani.

Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di
una voce sola. Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di
parte.
Dov'è il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono
aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi
salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare
avanti perchè negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli?
Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro
titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un
milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie.

Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E
i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare
neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i
cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende
che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè
falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare?
Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata.

Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima
elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo
spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande
progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna
interattiva multimediale.
L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto
della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un
editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro
sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato,
smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante
volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel
lago, alle mutande antiscippo.

Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei
programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale
del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese.
Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero
dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto
profilo e interesse generale.
Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni
professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una
conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto.
Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene
ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante
del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.

I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova.
Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al
grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che
ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che
accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda
alla verifica.

Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia
professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto
recentemente. Pertanto:
1) respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche
che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto
oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già
mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di
leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la
circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un
arricchimento.

Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è
più alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del
pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2) Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui
mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede
semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e
onesti.
E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai,
lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le
loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non
debba trarre profitto dal proprio ruolo.

3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo
l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato
all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai
accusato di `danneggiare il giornale per cui lavoro´, con le mie
dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato
quelle dichiarazioni.
Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il tg1 darà conto
delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a
campagne ideologiche´. Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è
quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire
altrettanto.

Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta
campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale
Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me
diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche
alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi
dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni.
Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista
senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo.
Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint
Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio
legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle
20.

Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo
molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che
abbiamo bisogno.
Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il
pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia
azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori,
nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il
dovere.
view post Posted: 15/10/2010, 17:41     Cosa fate x sfogare il nervoso? - Pensieri e parole
huauhauhahuauh e dai della matta a me,scusa urli ti sfoghi e ti stanchi decisamente meno.
view post Posted: 11/10/2010, 11:29     Crespelle al salmone - Primi piatti
Sono venute davvero buone,ma la prox volta evito l'aglio,si sentiva troppo ed io personalmente non lo gradisco.Per il resto un figurone!
view post Posted: 9/10/2010, 16:26     Crespelle al salmone - Primi piatti
Mi sembra un piatto adatto per la domenica,qui da noi si usa fare piatti particolari di domenica.Ho pure il timo,devo solo prendere i gherigli.Domani ti so dire se han fatto successo :D
view post Posted: 9/10/2010, 15:47     Crespelle al salmone - Primi piatti
Io sono un appassionata di crepes,quasi quasi faccio domani questa ricetta,mi mancano solo i gherigli ma vado a prenderli.
view post Posted: 8/10/2010, 18:03     Quel devastante spettacolo di uno strazio di madre - Informazione
Quel devastante spettacolo di uno strazio di madre
Siamo tornati a Vermicino. Vergogna. La notte tragica e surreale di Raitre, con la foga allucinata di giornalisti che in "Chi l’ha visto?" aizzavano i cronisti sul posto a interrogare la madre della ragazzina uccisa, ha segnato un momento nerissimo della coscienza e della pietà, cancellate dalla voglia di scoop in nome di un preteso diritto all’informazione. Una pagina crudele, per il pur lodevole programma che avrebbe dovuto limitarsi al suo compito di servizio, ritrovare persone scomparse. E pur se Federica Sciarelli si è scusata e giustificata, giovedì pomeriggio su Raiuno, per la presenza della madre di Sara, la piccola vittima, proprio nella casa dell’assassino, davanti alle telecamere invadenti e feroci, non si può dimenticare la faccia di marmo della povera donna, sconvolta, l’incalzare delle domande, la furia delle esclamazioni, l’assedio di interrogativi ai quali certamente lei, la madre lì crocifissa, non avrebbe mai potuto dare risposta…

Come nella mai dimenticata tragedia di Vermicino, trent’anni fa, la telecamera ha consentito lo scempio di una visione avida, di una curiosità malsana, è diventata occhio famelico di milioni di astanti. Ci si vergognava di seguire, anche se la forza tragica di ciò che stava accadendo inchiodava davanti al piccolo schermo, come hanno fatto tre milioni e mezzo di spettatori, sino alla mezzanotte di mercoledì.
L’incalzare delle domande, il vano appello alla figlia dell’assassino, lì davanti alla madre di Sara a gridare «Calunnia!» per le accuse al padre, ha sigillato malamente la storia di un delitto atroce e incredibile, di una serie di menzogne articolate per giorni con volti impassibili, il senso di uno stravolgimento della sicurezza sulla quale ognuno costruisce la sua parte di vita…

Drammaticamente efficace, purtroppo, nella sua brutalità, l’assedio alla madre della vittima ha segnato la fine di quel rispetto che si deve al dolore, la cancellazione clamorosa di quella privacy tanto ostentata quanto costantemente tradita, in nome di una realtà – altra parola abusata – da offrire in pasto alla curiosità divenuta morbosa. La televisione del reality e della sua prepotente aggressività si arroga ormai il diritto a qualunque invadenza in nome di una presunta "verità" da fornire con immagini e parole. Ogni trasmissione che affronti temi di cronaca nera con indiscrezioni penose viene presentata come «diritto alla verità» che lo spettatore-simbolo può pretendere.

Già devastata, l’idea di giustizia, dai cosiddetti processi paralleli con i quali la tv costruisce storie a effetto e le rimanda all’infinito per soddisfare annoiate curiosità, l’altra sera quest’idea è stata tradita dalla furia di un’indelicatezza crudele, dalla volontà di offrire una primizia che sollecitasse attenzione ad ogni costo.

Una ragazzina massacrata, già offesa da lunghe illazioni maligne che ne avevano perfino fatto una colpevole. Ma, soprattutto, la faccia di pietra della madre inchiodata allo strazio di una lunga scoperta del delitto, lì davanti a noi per fare spettacolo. Sì, ha ricordato Vermicino. Anche lì un pozzo, anche lì un bambino orrendamente morto, anche lì le telecamere a violare sentimenti e dolore. Vergogna, per tutti noi.
Mirella Poggialini

Tratto da http://www.avvenire.it/Commenti/dramma+di+...08194130000.htm
view post Posted: 8/10/2010, 14:02     E.T - Ridiamoci su!
un bimbo veneto vede un omino uscire da un disco volante....
si avvicina e gli chiede:"chi casso ti se??"
E l'omino verde risponde:"E.T."
E il bimbo:"eh no zio can...ti go domanda' prima mi!!!!!
1148 replies since 20/1/2008